Geniali, dotati, intelligentissimi. Ma anche fragili, intensi, complessi. Queste e tante altre sono le parole che spesso vengono associate alla Plusdotazione Cognitiva. Scopriamo insieme caratteristiche, luci e ombre di di questo profilo di cui si parla sempre di più, ma di cui si conosce ancora poco.
E’ solo un alto Quoziente Intellettivo?
La Plusdotazione Cognitiva, conosciuta anche come Giftedness, è una caratteristica che contraddistingue circa il 2% della popolazione. Riguarda una complessa costellazione di caratteristiche personali e comportamentali che si esprimono in modi differenti.
Una persona gifted è un colui che mostra un’abilità eccezionale o non comune in alcune aree, come ad esempio il linguaggio, la logica, la creatività.
Solitamente la Plusdotazione Cognitiva viene individuata e definita attraverso i punteggi a test standardizzati che permettono di misurare il Quoziente Intellettivo (QI).
Tuttavia è molto importante valutare e considerare molti altri fattori, dato che il solo punteggio del QI descrive solo una parte del vario e complesso funzionamento della persona.
Le Linee Guida per la Valutazione della Plusdotazione in Età Evolutiva del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi sottolineano l’importanza di considerare gli aspetti emotivi, relazionali e comportamentali, che spesso rappresentano una peculiarità nelle persone Gifted. Ad esempio nei bambini plusdotati è molto comune osservare uno sviluppo asincrono delle capacità cognitive e di quelle emotivo-relazionali. Ciò significa che questi bambini possono apparire estremamente dotati e competenti sul piano delle capacità cognitive, ma molto immaturi e fragili sul piano dell’emotività e delle relazioni.
Potremmo quindi osservare un bambino che ha imparato molto presto a leggere e scrivere, che conosce argomenti molto complessi e che sa fare ragionamenti non comuni per la sua età, ma che tende ancora a presentare reazioni e comportamenti “da bambino piccolo” di fronte ad emozioni e situazioni che non riesce a gestire. Inoltre può accadere che le brillanti capacità del bambino in alcuni campi portino gli adulti ad avere inconsapevolmente aspettative elevate, sovrastimando le sue capacità anche in altri ambiti, come se fosse un “piccolo adulto” anche sul piano emotivo-relazionale.
Il pensiero arborescente
Una delle caratteristiche che spesso contraddistinguono la plusdotazione è il pensiero arborescente. Si tratta della capacità di pensare “ramificando” i pensieri. Ciò significa che queste persone ragionano aprendo parentesi e riuscendo a prendere in considerazione un elevato numero di informazioni in uno stesso momento per arrivare alla soluzione di un problema. Il pensiero risulta quindi veloce e complesso. Tuttavia, questo particolare funzionamento può portare in alcuni casi a una sensazione di estrema confusione. Questo può generare:
- Fatica ad organizzare e chiare una gerarchia di idee (ordine di importanza)
- Fatica a spiegare i ragionamenti che portano alla soluzione.
- Fatica a pianificare
- Impazienza
D’altra parte questa modalità di pensiero può favorire la nascita di idee creative, l’intuitività e la rapidità di ragionamento.
Alta intensità ed emotività
Le persone Gifted molto spesso si descrivono come molto sensibili o emotive, e sono percepite dagli altri come “intense”. La capacità di notare dettagli, di collegare concetti e situazioni e di comprendere in profondità è spesso accompagnata da una maggiore rigidità e dalla tendenza a vivere e “sentire” le emozioni in modo più intenso e prolungato, come se si trattasse di due facce della stessa medaglia.
Può accadere quindi che fin da bambini abbiano spesso crisi di rabbia o di ansia e che appaiano più vulnerabili. Talvolta possono presentare bassa autostima o forte preoccupazione per tematiche sociali, ambientali e umanitarie.
La socializzazione
La presenza di interessi a volte poco comuni o la straordinaria capacità di approfondimento è certamente un grande punto di forza nelle persone Gifted, ma può rappresentare talvolta (soprattutto durante l’infanzia) un elemento di difficoltà nella socializzazione con i coetanei.
A volte condividere un interesse insolito o troppo complesso per i coetanei può essere difficile, per cui i bambini plusdotati talvolta imparano a “mimetizzarsi” ed adattarsi agli interessi altrui, oppure ad isolarsi non trovando interlocutori interessati e in grado di condividere le loro passioni. Ciò può aumentare la sensazione di sentirsi “diversi” o “sbagliati”.
Questa dinamica può attenuarsi con la crescita, sia grazie alle maggiori opportunità di scegliere con chi relazionarsi, sia grazie al progressivo sviluppo delle abilità sociali.
Perché e quando fare una valutazione?
Se riconosci in te stesso o in tuo figlio alcune di queste caratteristiche potrebbe essere utile intraprendere un percorso di valutazione. Individuare con precisione il profilo di funzionamento di una persona Gifted può essere molto importante per vari motivi:
- Dare una spiegazione ed un senso “non patologizzante” ad alcune difficoltà e fragilità.
- Distinguere la plusdotazione da altri profili di funzionamento che possono avere caratteristiche simili, come l’ADHD.
- Escludere la presenza di altri profili associati (doppia eccezionalità).
- Trovare strategie utili che tengano conto dei bisogni e del funzionamento di quella persona nel contesto familiare, sociale, scolastico/lavorativo.
La valutazione deve essere fatta da un professionista esperto che sappia non solo misurare l’intelligenza attraverso test standardizzati, ma anche distinguere la Plusdotazione da altri profili e che abbia le competenze per valutare attentamente anche gli aspetti emotivi, relazionali e comportamentali.
La presenza di Plusdotazione Cognitiva può essere già ipotizzata in età prescolare, ma solitamente l’individuazione più precisa di questo profilo avviene con l’età scolare.
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